Premessa
L’ultimo acconto dell’anno 2024 è rappresentato dall’IVA. Ma un altro aspetto, anche se non strettamente attinente agli acconti è la “sanatoria” penale per l’IVA non versata nell’anno precedente per importo superiore a 250.000 euro. Infatti, l’articolo 10-ter del D.Lgs. 74/2000 prevede una reclusione da sei mesi a due anni per coloro che non versano entro i termini per il versamento dell’acconto relativo al periodo d’imposta successivo l’IVA dovuta in base alla dichiarazione annuale per un ammontare superiore a 250.000 euro per ciascun periodo d’imposta. Ecco che, allora, il 27 dicembre prevede due scadenze:
- Quella dell’acconto IVA per il 2024, di cui si parlerà in questo intervento;
- Quello dell’IVA risultante dalla dichiarazione del periodo d’imposta 2023 se superiore a 250.000 al fine di evitare le conseguenze penali. Possiamo solamente aggiungere che il contribuente potrebbe anche non versare l’intero importo ma una somma tale da far ridurre il debito IVA del 2023 sotto la soglia di punibilità di 250.000.
Di questo secondo aspetto non ci sono particolari approfondimenti, in quanto è sicuramente indispensabile verificare gli importi non versati e confrontarli con la soglia di rilevanza penale di 250.000.
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