L’esportatore abituale – seconda parte

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Nel precedente numero di questo quaderno abbiamo analizzato le regole generali che l’esportatore abituale è tenuto ad osservare per poter beneficiare dell’acquisto di beni e servizi senza l’addebito dell’IVA. Abbiamo anche visto che per non vedersi addebitare l’imposta deve emettere una dichiarazione d’intento telematica che, il fornitore dovrà scaricare e richiamare nella fattura elettronica.

In questo intervento analizziamo prima ti tutto quali sono i beni che possono essere oggetto di acquisto in non imponibilità e, successivamente, come comportarci in caso di splafonamento, cioè di acquisto in non imponibilità in misura superiore al plafond consentito.

Abbiamo anche visto che l’esportatore abituale può godere di 2 diversi tipi di plafond qualora effettui delle triangolazioni:

  • un plafond vincolato, corrispondente al corrispettivo pagato al fornitore in caso di triangolazioni. Con tale plafond può acquistare beni che dovrà cedere in esportazione entro sei mesi dall’acquisto senza operare alcuna lavorazione su di essi;
  • un plafond libero, dato dalla somma delle esportazioni dirette effettuate e dalla parte del corrispettivo, in caso di triangolazioni, dato dalla differenza fra il corrispettivo che addebita al cliente estero e il corrispettivo addebitato dal proprio fornitore. Il plafond libero può essere utilizzato per qualsiasi acquisto, compreso quello di beni strumentali. Gli unici beni non acquistabili in regime di non imponibilità sono gli immobili (terreni e fabbricati).

Tutto quanto premesso, vediamo ora di analizzare alcune fattispecie.

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